Spettacolo

GIANNI RUGGIERO E LA POESIA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS – Versi foggiani che tracciano un ponte tra passato e presente

Scritto da Peppe Nacci
 
In un periodo difficile come quello che stiamo attraversando in tanti si chiedono quale sia il ruolo dell’arte e della cultura, e tra gli autori più concreti di Capitanata va senz’altro menzionato Gianni Ruggiero, poeta e cantautore, affacciatosi anche al teatro e al giornalismo, che sin dal 2006 contribuisce ad arricchire con le sue pubblicazioni il patrimonio letterario e musicale di una città, Foggia, che intorno alla cultura popolare vede fiorire da sempre autori e rappresentazioni, dalla canzone al teatro, passando per il componimento in versi – attività a cui si affianca un recupero della tradizione che si rafforza anche grazie ai social, aprendo alla partecipazione di tanti che contribuiscono riproponendo vocaboli, detti e modi di dire desueti o dimenticati.
 
Naturale il suo rapporto con la Lingua Madre: l’autore dell’apprezzato  “Poema per la mia città martoriata”  infatti non ha dubbi sul proprio modo linguistico  ” Ho sempre parlato il dialetto, in famiglia e per strada con i compagni di giochi. Quando ho cominciato a scrivere poesie mi è sembrato che l’uso del dialetto fosse la maniera migliore per non scadere nel banale, nel già scritto”  spiega. Proprio come in uno dei suoi ultimi componimenti di struggente attualità, in cui le corde dialettali sembrano sbattere come finestre rotte sull’anima del lettore, traducendo le vicende sociali della pandemia in dolorosa bellezza
 
Lutto
Se more accussì de sti timbe
Senza letanìje messe e ‘ncinze
Senza nu salute e liste a lutte
Vìve scunzulate senza Cunze. L’uteme bace, l’utema carezze
So’ remaste ind’e penzire de chi reste
Cum’a nu desperze in guerre
Cum’a marenare sperze ind’a tembeste. Senza sfelate de cummare
Senza rutille pe fore a Chijse
Senza cantà i glorie de chi è murte
Senza rendocche de campane
Senza curteje fin’o cangille.
Se cambe e se more accussì, senza ninde
Gianni Ruggiero, 04-04-2020
 
Lutto – Si muore così di questi tempi/Senza preghiere, messe e incenso/ senza saluti e ornamenti a lutto. / Vivi sconsolati senza Cunze*// L’ultimo bacio, l’ultima carezza/ sono rimasti nei pensieri di chi resta. / Come un disperso in guerra/ come un marinaio perso nella tempesta// Senza sfilate di comari/ Senza capannelli fuori alla chiesa/ senza cantare le glorie del trapassato// Senza rintocchi di campane/ senza corteo fino al cimitero/ si campa e si muore così, senza niente. *Ristoro offerto dai parenti del defunto ai congiunti in occasione di un lutto
 
Un ponte tra passato e presente quindi lo sguardo di Ruggiero, che con all’attivo le pubblicazioni dei volumi “Me Giuà accunde accunde”, Me mise l’ucchie ‘ngulle, U sole garde i titte, Pe chi nen tene Memorije, il poemetto Da n’anne a nate eje sembe feste e Poema per la mia città martoriata, non dimentica il suo amore per la musica e le canzoni, condivise con la moglie Ester Brescia, appassionata ed intensa interprete che sostiene ed arricchisce il suo percorso sonoro. Brani che ripropongono sonorità ed atmosfere antiche, traducendo le splendide architetture foggiane in versi e musica, divenendo anche sigle di trasmissioni televisive, fino a dipingere con sound contemporaneo un efficace acquerello popolare, come nel brano Tutt’ a Poste, singolo molto apprezzato e condiviso sui social   https://www.facebook.com/gianni.ruggiero/videos/vb.1377257267/10209329781386338/?type=2&video_source=user_video_tab
 
” Sonetti per quattro stagioni” è invece il nuovo progetto in cantiere per l’autore foggiano, quattro libretti con trenta componimenti ciascuno, che in parte sarebbero stati già pubblicati, insieme alla voglia di continuare a cantare la sua città e la sua terra anche in un momento difficile come questo, quando ancor più c’è bisogno della bellezza e del “piccolo rinascimento” che ogni arte porta in sé.
 
Per conoscere l’artista e le sue opere visitare la pagina Facebook   https://www.facebook.com/gianni.ruggiero

Circa l'autore

Peppe Nacci

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