FISIO EVIDENZE del Dott. Raffaele Tafanelli

La sciatica: Domande e Risposte

Scritto da Raffaele Tafanelli
 

Con sciatica o sciatalgia si indica una condizione dolorosa che interessa il nervo sciatico. Il nervo sciatico è un voluminoso nervo che parte dall’area lombo-sacrale, attraversa il bacino per poi innervare la coscia e diramarsi con rami secondari lungo la superficie posteriore della gamba e del piede.

SOLO DOLORE ?

Va subito precisato che le irritazioni del nervo sciatico non comportano solo dolore, ma anche alterazioni della sensibilità e della forza delle regioni che innerva e delle sue diramazioni; essendo lo sciatico un nervo spinale misto, ha infatti una componente sensoriale e una motoria.

Raramente i pazienti si lamentano solo del dolore, più spesso parlano di corrente elettrica o “formiche” lungo la coscia, bruciore insensibilità e perdita di forza riscontrabili in prima valutazione.

DA COSA E’ CAUSATA ALLORA LA SCIATICA ?

La causa è una irritazione del nervo sciatico che spesso (non sempre) deriva da una piccola ernia discale postero-laterale o da una protrusione.

Ad ogni modo, quando per la prima volta compaiono sintomi che scendono al di sotto del cavo popliteo, è spesso necessaria una risonanza magnetica per escludere patologie e condizioni più importanti e degne di approfondimenti medico-specialistici come spondilolistesi, stenosi del canale lombare e tumori che, sebbene siano condizioni rare, vanno comunque intercettate prontamente.

PIU’ SPESSO SI PARLA DI LOMBOSCIATALGIA…

Molte volte il dolore compare prima “a fascia” in zona lombo-sacrale, per poi irradiarsi lungo il decorso del nervo sciatico progressivamente (irradiazione dermatomerica e periferializzazione del sintomo). Il nervo sciatico e il midollo spinale sono infatti rivestiti entrambi dalla dura madre, guaina connettivale riccamente innervata e sensibile ad irritazione chimica e meccanica.

Ecco perché iniziare fin da subito un ciclo di mobilizzazione accessoria morbida della schiena, quando il dolore è ancora centrale e a fascia. Spesso la sciatalgia è più complessa da trattare e i tempi di guarigione più lunghi e le ricadute sono abbastanza frequenti.

COSA SI PUO’ FARE (FIN DA SUBITO) PER PLACARE I SINTOMI IN CASO DI SCIATALGIA?

E’ preferibile sdraiarsi e assumere una posizione antalgica in decubito laterale (sul fianco) e leggermente ranicchiati inserendo un cuscino tra le 2 ginocchia; la gamba sintomatica dovrà trovarsi sopra a quella non sintomatica. Variare la flessione delle gambe fino a trovare una posizione che placa parzialmente i sintomi

Questa posizione è antalgica (antidolorifica) per 3 motivi principali:

  1. In decubito laterale la pressione intradiscale è più bassa e quindi si “scarica” dalle forze compressive la colonna lombare bassa
  2. Le gambe e le cosce posizionate in flessione porteranno in flessione anche la colonna lombare bassa, permettendo così una maggiore apertura dei forami di coniugazione e una riduzione dell’irritazione delle radici nervose
  3. Il nervo sciatico in questa posizione viene detensionato

COSA VA EVITATO IN FASE ACUTA ?

Bisognerebbe evitare di tenere la gamba completamente stesa per evitare l’aggravamento dei sintomi e non stare fissi per troppo tempo in posizione seduta o in piedivietato guidare l’auto ma questi sono accorgimenti che solitamente il paziente adotta automaticamente, per evitare il dolore

COME APPROCCIARE LA FASE POST-ACUTA ? (DOPO 4-5 giorni dall’insorgenza dei sintomi)

La fisioterapia neurodinamica è indicata per ridurre drasticamente la sintomatologia accusata dal paziente; questo approccio basato su solide evidenze scientifiche è purtroppo poco conosciuto e adottato in Italia, non tutti i fisioterapisti conoscono la neurodinamica ancor meno i medici di base e specialisti. Questa branca “moderna” della fisioterapia nasce negli anni 70 dalle osservazioni di Elvey e Maitland ( 2 dei fisioterapisti fondatori della terapia manuale) in Australia e dagli studi più approfonditi del fisioterapista David Butler, sul movimento dei nervi. Nonostante siano passati quasi 50 anni e ci sia oramai un corpus crescente di solide ricerche, in Italia non gode di molta popolarità, soprattutto tra i medici di base che continuano spesso a prescrivere “rieducazione posturale” e cicli di inutili (secondo le ricerche) macchinette ai pazienti. Questa ignoranza dei medici di base è in parte dovuto allo scarso aggiornamento che ricevono da noi fisioterapisti, in parte alla loro naturale tendenza a voler vedere la fisioterapia come una ginnastica medica o un insieme di strumentale da prescrivere.

COME E’ STRUTTURATA UNA SEDUTA DI MOBILIZZAZIONE NEURODINAMICA DEL NERVO SCIATICO ?

Il fisioterapista esegue dei comunissimi test (usati anche in ortopedia come il Lasegue o SLR e lo Slump test) per valutare la neurotensione dello sciatico e per indagare severità ed irritabilità della sintomatologia,

successivamente può utilizzare manovre di messa in tensione, scorrimento (“gliding”) e rilascio e varianti per mobilizzare lo sciatico e promuovere il suo scorrimento e la sua nutrizione. Non dimentichiamo infatti che lo sciatico e riccamente e finemente vascolarizzato e che le manovre neurodinamiche hanno spesso effetti sorprendenti sull’emodinamica perineurale, effetti che permettono una migliore ossigenazione del nervo stesso.

Dopo poche sedute spesso i pazienti riferiscono spesso di sentire “la gamba più morbida e leggera” (testuali parole di un ultimo paziente con sciatalgia trattato) e i sintomi notevolmente affievoliti, come in sordina.

IMPORTANTE L’AUTOMOBILIZZAZIONE NEL PERIODO POST-TRATTAMENTO

Insegnare al paziente strategie specifiche di mobilizzazione attiva neurodinamica sarà essenziale poi per prevenire le fastidiose e frequentissime ricadute. Ho visto tante volte l’entusiasmo legato alla risoluzione della sintomatologia in studio trasformarsi in delusione, quando pazienti poco aderenti agli esercizi somministrati hanno deciso di non fare gli esericizi pensando “Ehi che vuoi che sia è passato tutto non servono più gli esercizi che mi ha dato”.

La storia naturale della sindrome sciatalgica insegna che in 6-8 casi su 10 si manifesteranno riacutizzazioni nei 6 mesi successivi al primo episodio. Un programma idoneo di esercizi neurodinamici può ridurre la frequenza degli attacchi sciatalgici e la loro intensità. La cessazione di posture lavorative “errate” e movimenti bruschi di messa in tensione saranno essenziali.

SONO DOLOROSE LE SEDUTE DI NEURODINAMICA ?

No. Spesso però si cerca di provocare i sintomi che il paziente sperimenta, in modo però ridotto e modulato per placarli. Sì può provare un fastidio lieve nelle prime sedute.

E I FARMACI ANTI-INFIAMMATORI NON SONO PIU’ EFFICACI E MENO COSTOSI DELLA FISIOTERAPIA NEURODINAMICA?

I comuni farmaci anti-infiammatori da banco, andrebbero comunque prescritti dal proprio medico curante: no all’automedicazione.

C’è da dire che sebbene permettano di placare la sintomatologia durante un attacco di sciatica in modo più veloce e meno costoso,

risultano poi sempre meno efficaci nelle riacutizzazioni successive; il paziente così giunge spesso nell’arco di anni ad una cronicizzazione dei sintomi sciatalgici che rende più complesso il percorso fisioterapico e riabilitativo e provvisori i risultati.

SI PUO’ TORNARE ALL’ATTIVITA’ SPORTIVA DOPO UN “ATTACCO DI SCIATICA”?

Non solo si può, ma è consigliato; fino a non molto tempo fa, medici, ortopedici e fisioterapisti sconsigliavano (erroneamente) sport che provocavano compressione discale, dopo un episodio sciatalgico. Oggi si è visto invece che un ritorno graduale e progressivo (sotto supervisione fisioterapica e con i dovuti accorgimenti) all’attività sportiva, non solo previene successivi episodi ma svolge un ruolo terapeutico.

IN CONCLUSIONE

  1. FARMACI SI’ MA IN ACUTO E DIETRO PRESCRIZIONE MEDICA, NO ALL’AUTOMEDICAZIONE
  2. SI’ ALLA RISONANZA MAGNETICA LOMBARE, PER INDAGARE SULLE CAUSE QUALORA I SINTOMI ARRIVINO AL POLPACCIO E DIETRO CONSIGLIO/PRESCRIZIONE MEDICA
  3. LA NEURODINAMICA E PIU’ INDICATA DI TRATTAMENTI FISIOTERAPICI GENERICI ED E’ PIU’ EFFICACE AI PRIMI EPISODI
  4. RIMANDARE IL TRATTAMENTO FISIOTERAPICO PUO’ FAVORIRE IL PEGGIORAMENTO DEI SINTOMI E LA CRONICIZZAZIONE
  5. SI’ AL RITORNO ALL’ATTIVITA’ SPORTIVA MA DIETRO SUPERVISIONE FISIOTERAPICA

Circa l'autore

Raffaele Tafanelli

Fisioterapista di esperienza presso Fisio@RT a San Severo

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