Cultura

LA SAN SEVERO IN MINIATURA DI AMEDEO PISCINO – LA CITTA’ DEI CAMPANILI TRA SOGNO E REALTA’

Scritto da Peppe Nacci
Il miniaturismo, l’antica arte di realizzare opere in scala ridotta, con finezza, cura dei particolari e di effetti decorativi, vede tra i suoi rappresentanti più appassionati e concreti di Capitanata il sanseverese Amedeo Piscino, autore di numerose riproduzioni capaci di far rivivere la cittadina, i suoi luoghi e le scene di vita caratteristiche, infondendo magia e sogno.
 
Pittore, diplomato presso l’Istituto d’Arte di Foggia, Amedeo si avvicina al miniaturismo dieci anni fa, quasi per caso, rimanendone rapito, affascinato dalle possibilità creative e rappresentative che questa forma d’arte gli offriva. Tra le sue opere per San Severo, la riproduzione in miniatura di piazza Carmine, con fosse del grano, della chiesa Croce Santa , attuale e nel XVI secolo, dell’Arco della Neve, del Venerdì Santo, di piazza Incoronazione, piazza Allegato e Palazzo Celestini; caratteristiche le riproduzioni di addobbi e scene folcloristiche della Festa del Soccorso e dei fujenti. Per la vicina Torremaggiore, riproduzione della Chiesa della Madonna della Fontana.
 
“E’ una sfida con me stesso, osservo un monumento, ne valuto le difficoltà di riproduzione, e maggiori sono queste difficoltà maggiore è la mia spinta a realizzarlo in scala” spiega l’artista, che potremo conoscere meglio nell’intervista che segue.
 
 
Come scopri il miniaturismo? Tutto è partito dal mondo dei presepi. Dopo aver realizzato i primi presepi e aver riscontrato buoni risultati, decido di partecipare a dei mercatini, dapprima in zona, e poi a mano a mano anche in giro per l’ Italia. Nasce così l’opportunità di realizzare delle miniature di monumenti rappresentativi delle città, che possono diventare veri e propri souvenir da tenere in casa, per non dimenticare le proprie radici. Importante la partecipazione al mercatino de La grotta di Babbo Natale, ad Ornavasso, in Piemonte. Qui conosco un pubblico di intenditori che apprezza le mie riproduzioni, favorendo nuove opportunità e l’interazione con le piazze di Torino e Milano.
 
 
Qual’è stata la tua prima opera significativa su San Severo? Una delle opere a cui sono più legato è la riproduzione di Piazza Carmine, creata in occasione dei festeggiamenti della Festa del Soccorso. Ha avuto successo, è stata apprezzata, e questo mi ha dato nuovi impulsi e fiducia.
 
 
Ci parli delle tue tecniche? Sono autodidatta, quindi le tecniche le ho ideate istintivamente. Certo la mia formazione di pittore mi ha aiutato per alcuni aspetti, ma va detto che il miniaturismo ha regole proprie, è un’arte specifica.
 
 
Quanto tempo per realizzare una miniatura? Dipende da l laminiatura. Mediamente 50 ore, che possono essere distribuite su una o più settimane, in base alle mie possibilità organizzative.
 
 
Si parla molto di modellismo, spesso confuso con l’arte della miniatura . Quali sono le differenza tra le due discipline? Beh, nel modellismo si tratta di assemblare e colorare parti precostruite per ottenere una forma, un’opera finale, nel miniaturismo invece si parte da zero, ed è quindi molto più creativo e impegnativo. Non ci sono elementi precostruiti su cui contare, tutto dipende dalle tue idee e dalle tue mani.
 
Quali i materiali principali per realizzare le tue riproduzioni? La struttura la creo col polistirene, un tipo di polistir olo più consistente e modellabile. A questo si affianca l’uso di resine poliuretaniche, utili a creare delle copie degli elementi strutturali, quando questi si ripetono nell’opera. Per i colori uso pigmenti naturali, in polvere, al fine di dare una sensazione di realismo, in modo che l’opera possa rappresentare la realtà il più possibile: per quanto in miniatura, l’obiettivo è creare un piccolo mondo, in cui lo spettatore possa ritrovare un pò della sua storia ed emozionarsi. Per me è sempre una soddisfazione lo stupore che colgo sul volto delle persone che si imbattono nelle mie creazioni.
 
Che cosa provi quando lavori alle tue miniature? Dapprima sono rapito dal lavoro minuzioso necessario a realizzare la riproduzione, poi divento io stesso il primo spettatore, sbalordito nel vedere l’opera finita somigliante a quella reale, ma capace di aggiungere a questa sogno, favola.
 
I bambini ne sono attratti? Si, in modo molto particolare. Devo dire che con i più piccoli ho anche tenuto dei laboratori scolastici. Per condividere le tecniche ho fatto loro realizzare la miniatura di un magnete, in cui dovevano solo assemblare dei modelli da me realizzati in precedenza. Posso dire che erano tutti rapiti e affascinati dalla realizzazione e dai dettagli. Sarebbe bello se il miniaturismo rientrasse un giorno tra le attività didattiche, un’occasione per i bambini in cui scoprire i propri talenti artistici ed artigianali.
 
Qual’è la miniatura che ti è costata più fatica? Una delle più particolari è stata quella della Cattedrale di San Severo. Complicato rappresentare l’atmosfera della festa popolare.
 
Come si crea l’atmosfera in una miniatura simile? Curando molto i particolari: le luminarie, le scene tipiche e i personaggi, come un bambino con il palloncino in mano, ad esempio. Può sembrare niente ma ogni dettaglio è esplosivo, capace di disegnare un intero mondo. Basilari inoltre le proporzioni dell’opera e dei dettagli stessi, per cui conta molto lo studio del soggetto da realizzare, documentandosi attraverso foto e notizie storiche.
 
 
Già apprezzato dal concittadino Luca Sardella, che ha fatto conoscere le sue miniature al di là dei confini cittadini, Amedeo Piscino conta tra i prossimi progetti la riproduzione del Teatro Reggio di Parma, opera inedita in attesa di pubblicazione, realizzata in occasione dei vent’anni dell’importante Festival Verdi, che vede la città emiliana protagonista, anche con riscontri internazionali.
 
Per conoscere le opere e contattare l’artista, visitare il sito https://amedeopiscino.wordpress.com/ come la pagina Facebook Amedeo Piscino, ricordando che è possibile la realizzazione di opere personalizzate, pure partendo da fotografie di costruzioni, monumenti, luoghi o scene di vita.

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Peppe Nacci

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