Opinione

LA PRESCRIZIONE

Scritto da Vittorio Antonacci

Si realizza quando – passato un certo tempo – un reato non è più punibile. Si prescrive, cioè, la possibilità di assegnare la giusta punizione al colpevole.

            In un sistema giudiziario rapido ed efficace, normalmente non avrebbe motivo di esistere, dal momento che il colpevole, in casi non eccezionali, verrebbe subito perseguito dalla legge.

            Sconosciuto in altre legislazione nazionali, in Italia, anche per tradizioni giuridiche che partono da lontano, è un istituto che – purtroppo – si realizza spesso. La conseguenza è che tanti colpevoli la fanno franca e tante vittime si trovano mortificate doppiamente.

            Tenuto conto che i nostri investigatori sono molto attenti e spesso acciuffano rapidamente e con successo gli autori di delitti, le dolenti note iniziano quando questi individui vengono presentati di fronte alla legge: gli espedienti, gli escamotage, le regole infinite della legge sono tanti che comincia una trafila di notifiche, interrogatori, reclami, precisazioni, silenzi, dichiarazioni sicchè il tempo – inesorabile – scorre e la faccenda si dilunga ancora,  spesso con rinvii e riprese.

            Il risultato spesso è quello che – per il troppo tempo passato – il procedimento si deve interrompere: è intervenute la prescrizione.

            La lentezza e la complicatezza dei nostri procedimenti è il frutto di decenni di legislazioni ovvero di pronunce giudiziarie che si sono accumulate, tanto che è difficile venirne a capo: i processi vedono migliaia di carte, faldoni enormi, procedimenti ferraginosi, in tal numero che anche gli esperti si arrendono impotenti.

            A tutto questo si aggiunge la carenza del personale che deve portare avanti questi procedimenti. Mancano le sedi giudiziarie, mancano i giudici e, paurosamente, manca il personale di cancelleria che ha il compito di predisporre le sedute, i carteggi, la documentazione indispensabile.

Chiunque si affaccia ad un tribunale ed assiste a delle sedute si può rendere conto della confusione, dalla perdita di tempo, della lungaggine delle procedure: Il tempo si ferma. Non si sa più di cosa si parla. Tutto viene rinviato perché chi deve decidere, quando non viene nel frattempo trasferito, si possa rendere conto di come stanno le cose. E questo è il panorama di ogni giorno!

Questa è oggi la nostra giustizia, a tutti i livelli.

            E non posso neppure accennare alle conseguenze che tale situazione ha in campo penale: quanta gente va a finire dentro e non sa neppure il perché, tanta è la confusione.

            Ecco, allora che i nostri politici, litigiosi ed impreparati, mostrano tutti i loro limiti: invece di mettersi a tavolino e ricercare le soluzioni ai guasti ed alle carenze che ho accennato, non fanno che elucubrare e litigare. E molti sorridono di continuo, aumentando così la pena che ignorano di dare di sé a tutti i cittadini, scoraggiati, increduli ed incazzati (giustamente) di fronte a tanta improntitudine ed a tanta incoscienza!

            E la giustizia è solo una delle cose che non vanno! E il lavoro, la sanità, il fisco?

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Vittorio Antonacci

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