Opinione

Ciao Carmine. Il teatro: ultimo atto.

Una presenza silenziosa e discreta all’apparenza ma che all’occorrenza diveniva carismatica per la passionalità che trasfondeva in ogni suo progetto.

Carmine D’Agostino, era un artista, autodidatta, dapprima con la passione per la scultura, i colori, la materia che prende forma e diventa altro da sé, poi esplode la grande passione per il teatro che non lo abbandonerà più, fino agli ultimi giorni della sua vita.

Il regista teatrale il 24 dicembre 2019, tra l’annunciazione di una nascita imminente e quella di una dipartita a sorpresa, ci ha lasciati. Noi abbiamo perso un caro amico e l’opportunità di continuare a sorridere riflettendo.

Subito dopo il trasferimentonel 2011 a San Severo comincia a prendere forma la sua passione di sempre e fonda, insieme all’attrice e registateatrale Tonia d’Angelo, l’Associazione Teatrale Ciak Sipario con sede presso “I Sotterranei”in C.so Gramsci, 51.

Nasce così sul territorio, per un credo condiviso, il primo laboratorio per giovani attori.

Una nuova realtà che nel 2012 gli permetterà di portare in scena, nei teatri di Torremaggiore e San Severo, nelle vesti di cooregista(con Tonia D’Angelo) la commedia brillante di C. De Benedetti “Due dozzine di rose scarlatte”, riscuotendo grande successo di pubblico e critica.

L’entusiamo lo porterà a continuare con la regia del teatro in vernacolo dell’autrice M.Antonietta Avezzano, nostra concittadina.

Il 2017 lo vedràinvece protagonista assoluto come autore e cooregista, con un testo brillante, ironico e ricco di filosofia,come era nella sua personalità; prende vita la commedia “Scarpe diem” tenuta troppo tempo nel cassetto, insieme agli attori di “Ciak Sipario” che sapranno rispondere alle aspettative. L’esordio, seguito dal meritato successo,è al teatro L.Rossi di Torremaggiore. Carmine può stringere tra le mani il suo sogno.

Lo ricorderemo come un uomo di teatro ma anche di spazi aperti; amava la terra, gli orizzonti sconfinati, il richiamo delle campagne in cui amava rifugiarsi e rigenerarsi, proprio come faceva dietro le quinte di un palcoscenico. Discreto e coinvolgente al tempo stesso, sfuggiva il chiasso dei riflettori o, come spesso diceva a me quando voleva ammonirmi “lo sfarfallìo del luccicchio.”

Parlava attraverso gli occhi e la voce che diveniva sicura, ferma, mai autoritaria ma aperta al dialogo e al confronto quando vestiva i panni del regista. Una gestualità misurata e accordante che metteva a proprio agio l’interlocutore, favorendone la forza comunicativa.

 

Fino a pochi mesi prima della sua scomparsa continueràa frequentare il laboratorio di “Ciak Sipario” e con i ragazzi inizia le prove di alcuni suoi nuovi sketch divertenti e ironici.

Non li vedrà realizzati, resteranno incompiuti, abbozzati idealmente e materialmente ma Tonia e Gianluca Gala si fanno portavoce del desiderio dell’Associazione e confermano che ogni anno il regista verrà ricordato con un evento in suo onore, in cui l’allegria sarà la nota prevalente, quella nota che lui amava indiscutibilmente.

 

Ciao Carmine, a te devo l’incoraggiamento a perseguire anche il mio sogno, tu che nei sogni ci credevi e sei stato il primo, seguito da Tonia a spingermi a scrivere… scrivere… scrivere. Ti ho deluso in parte perché volevi che scrivessi per il teatro… chissà.

Il tempo spesso non ci è amico, con teè stato tiranno, scrivendo di propria mano l’atto finale ma spero potrai ascoltare il nostro ultimo, sincero, affettuoso applauso.

L’omaggio per tutti coloro che ti hanno conosciuto.

Circa l'autore

Maria Teresa Infante

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