Opinione

SENSO CIVICO E STILE DI VITA

Scritto da Peppe Nacci

La vita di una città come la nostra, è fatta da tante piccole cose. Quando queste diventano consuetudine, (il tran tran quotidiano, il ritiro della corrispondenza, la visita al mercato, le lunghe file agli sportelli postali e così via) allora si configura l’espressione che qualifica i comportamenti: il senso civico!.
Prima di un “fare”, o di un dovere, il senso civico è uno stile di vita, che può comportare di astenersi da certi atti, ma che, a buon diritto, può esigere di assumere iniziative.
Se parcheggio l’automobile sulle strisce o sui marciapiedi o lascio l’auto in zona vietata o nella villa comunale lascio tracce di lattine di birra e di coca cola e, ancora di più ,come spesso succede, faccio
la pipì seminascosto dietro un albero, se col caldo tengo le finestre aperte e la TV a tutto volume, violo codici o disposizioni amministrative.
Ma rivelo soprattutto una visione che ho di me, degli altri, del mondo: cioè, prima vengo io, i miei comodi, il resto è un optional. L’ autorità comunale, semmai si accorge di queste infrazioni, può inasprire norme e intensificare appelli, ma l’efficacia di ogni iniziativa rischia di essere pressoché nulla, senza un salto di qualità nella disposizione verso il prossimo, la collettività, di chi ci sta accanto.
Di fronte a disservizi, guasti, imprevisti non c’è da subire ed arrendersi, lamentarsi che la città ci è nemica, ritenersi vittime designate ed impotenti di degrado, trascuratezze, sviluppo che travolge
valori e relazioni. Incomincia da noi cittadini ogni riforma, dal cercare chi può intervenire e riparare: il
numero verde è sempre occupato, altri numeri comunali di assistenza è come non esistessero e via con tutto il resto…
Quindi non ci resta che essere noi stessi protagonisti nel nostro piccolo mondo quotidiano. Aspettare che sia quello della porta accanto a muoversi, o l’autorità ad avere mille occhi per mettere mano e ordine dappertutto, appartiene al mondo delle favole che possiamo raccontarci per continuare a fare il
nostro comodo.
Se la gente torna a contare, anche nel piccolo, l’aria diviene più respirabile, magari non subito per i polmoni, di certo per il cuore.

Peppe Nacci dal Corriere di San Severo (10/09/2005), ancora attuale!!! 

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Peppe Nacci

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