Cultura

ANNA PAPPALETTERA, LA PUREZZA DELLA POESIA NEI VERSI DELL’AUTRICE APRICENESE

Scritto da Peppe Nacci
 
Quella tra Anna Pappalettera e la scrittura è una storia iniziata sin da bambina, quando per la prima volta si ritrovò con una penna e un foglio di carta su cui poter esprimere i propri pensieri. “Avevo 7 anni quando ho iniziato a scrivere per raccontarmi. Fu mia madre a dirmi di farlo. Da allora non ho mi smesso di ringraziarla. Poi, intorno ai quindici anni, i miei pensieri sono diventati versi, ma prima ho dovuto accettare il motivo per cui scrivevo: un modo per trovare un equilibrio con me stessa ed il mio corpo; così la carta e la penna sono diventati veri e propri compagni di vita” spiega l’autrice di poesie scritte di getto, in modo spontaneo, un’immediatezza alla quale Pappalettera è profondamente legata, e a cui non vuole rinunciare, rifiutando qualsiasi revisione, per composizioni che non vogliono compiacere ma essere testimonianza di sé, come ci racconta nell’intervista che segue.
 
Come nasce il tuo rapporto con la poesia e con la scrittura in generale? Ho iniziato scrivere per esprimermi, per raccontarmi, ed anche a scuola la letteratura italiana e la scrittura erano le mie materie preferite. Infine sono arrivati i versi, la poesia, che ha aggiunto magia a tutto quanto.
 
Come nasce la tua poesia? La mia poesia è un atto di liberazione. Una scrittura senza limiti e freni, istintiva. Il foglio bianco uno spazio libero dove potermi perdere e ritrovare, un luogo dell’animo, sconfinato. Per questo non amo la revisione, perchè toglierebbe ai miei versi autenticità.
 
Le mie poesie arrivano ai lettori così come sono nate, senza ritocchi, né accomodamenti, in una scrittura di prima stesura, pura. Odio cancellare. Correggendo si finisce col fingere, calcolare. Non si è più schietti.
 
Cosa hai provato quando hai scritto la prima volta in versi? Ricordo che ero arrabbiata, e che scrivendo sentivo di superare la rabbia. Ma la mia prima poesia resta un segreto. Non l’ha mai letta nessuno. Nel tempo invece sono sopraggiunte armonia e serenità.
 
Quando incominci ad aprirti al pubblico? Fino al 2017 le mie poesie sono state riservate, finché, su invito della mia famiglia, non partecipo a dei concorsi. Ma è nel 2018 che decido di condividere pienamente la mia scrittura, pubblicando la mia prima raccolta, Gli angoli del cuore. Con questa pubblicazione mi ero spogliata della timidezza, della riservatezza, e raccoglievo lo stupore, la meraviglia anche del pubblico amico, dimostrando ancora una volta il mio valore.
 
Di cosa parlano le tue poesie? Le mie poesie parlano di me, della vita, del mondo, ma sempre con attenzione ai particolari. I dettagli per me sono fondamentali. Ho partecipato nel mese di agosto al Premio Alda Merini, superando la prima selezione con una poesia nata proprio da un dettaglio. In questo caso a colpirmi è stato il colore di un fiore. Nei particolari c’è la bellezza e spazio per l’immaginazione, si apre un intero mondo. I dettagli permettono profondità, spirito d’osservazione, intuizione e, in fine, una ricerca di verità, per un pensiero indipendente, ma sempre nel rispetto del pensiero altrui. Inoltre l’attenzione ai particolari serve per dare e attenzione agli altri. Mi da fastidio l’indifferenza.
 
Come sarebbe la tua vita senza poesia? Beh, senza poesia sarei diversa, maggiormente condizionata da me stessa, senz’altro con un pensiero meno dinamico. La poesia costituisce una concreta possibilità di apertura mentale e, insieme, un nuovo senso al mio percorso di vita, sostenendo passione ed autostima.
 
Importante a tal proposito anche il mio ruolo di Operatrice Culturale presso la Biblioteca Comunale di Apricena, attività che svolgo da quattro anni. All’inizio ero molto timida, incerta, poi ho imparato a vivere le situazioni, aprendomi anche grazie agli eventi che ho organizzato e a cui ho partecipato, potendo contare proprio sulla mia sensibilità ed esperienza artistica. Una crescita personale che certo ha finito col nutrire anche la mia scrittura, che va detto si apre pure verso la recensione ed esperienze di blogger e giornalismo, sia grazie al mio ruolo in biblioteca che alla mia voglia di crescere. Infatti durante la quarantena ho partecipato ad un corso di giornalismo con Barinedita, ed inoltre collaboro al blog di Margherita Ventura, con articoli su arte e cultura e recensioni musicali nella Sezione Tutorial, Articoli e nella Sezione Musicale di prossima inaugurazione.
 
Ti preme ringraziare qualcuno? Certo. Ringrazio tutta la mia famiglia e in particolare i miei genitori, che mi hanno avviato alla scrittura sin da piccolina. E poi tutte le persone che mi hanno affiancato nel mio percorso di vita e letterario: l’amicizia per me rimane un valore importante, nonostante i tempi che viviamo.
 
Progetti per il futuro? E’ pronta per la stampa la mia seconda raccolta di poesie, terminata proprio durante i giorni del lockdown, quando stando a casa siamo stati portati a riflettere, a confrontarci con una realtà diversa. Sullo sfondo i mesi della pandemia e l’accettazione di un nuovo quotidiano.
 
Con che poesia vuoi salutare il pubblico? Saluto il pubblico con una poesia scritta nel 2019, con cui ho partecipato al concorso indetto dall’associazione culturale Lo Scrigno, di San Severo. Scritta d’impulso, parla di me, ed è stata ritenuta una delle composizioni che ha risposto in modo esemplare al tema del concorso, perciò premiata tra le prime tre.
 
Per una come me
 
Che dà importanza a tutto ciò che è piccolo
 
A tutto ciò che è profondo
 
A tutto ciò che non si vede
 
All’amore quello puro
 
All’emozioni che danno vita
 
Alle sensazioni a pelle
 
Scoprire la propria anima,
 
Le proprie debolezze
 
È complicato
 
Per questo affido alle parole
 
Il difficile compito di fare
 
un viaggio dentro di me,
 
per scoprire il mio
 
mondo,
 
Quello che nella realtà
 
non c’è.
 
Anna Pappalettera
 
Per approfondimenti o informazioni sui libri e le attività di Anna Pappalettera, è possibile visitare la pagina Facebook dell’autrice.

Circa l'autore

Peppe Nacci

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